In vista delle elezioni parlamentari georgiane del 2008, avevo preparato uno schemino per mostrare ai lettori di Osservatorio come vari partiti e movimenti si fossero uniti per costituire coalizioni pre-elettorali.
Prima ancora che i dati definitivi del voto fossero resi pubblici, il presidente georgiano Mikheil Saakashvili in un messaggio video ha riconosciuto la sconfitta del proprio partito nelle contese elezioni legislative di ieri, 1 ottobre.
Nel 2004 Ramil Safarov, un ufficiale azero, era a Budapest per partecipare a un corso di inglese organizzato dalla Nato. Ha ucciso con 16 colpi d'ascia Gurgen Margaryan, un altro partecipante, mentre quest'ultimo dormiva nella sua stanza. Safarov era lucido, l'omicidio volontario e premeditato, l'omicida impenitente. Il movente? Margaryan è armeno. La giustizia ungherese l'ha condannato all'ergastolo, esplicitamente escludendo per l'efferatezza del crimine provvedimenti che riducessero la pena a meno di 30 anni.
In Georgia, architetti contemporanei hanno modo di sperimentare idee originali in contesti dove questo normalmente non avviene: dogane, punti di confine, aeroporti e stazioni di servizio.
Giovani georgiani mandati in hotel 5 stelle con soldi pubblici e poi invitati a entrare a far parte del partito di Saakashvili, il Movimento Nazionale Unito. Secondo Transparency International Georgia, queste sarebbero alcune delle caratteristiche del campo giovanile “Patriot” organizzato dal governo georgiano.